sabato 21 luglio 2012

Giovanni Lindo Ferretti




















Il chiodo è ai sedentari, dove lo pianti resta inchiodato, ultima minimale derivazione edile.
Il nodo si snoda riannoda all'occorrenza, dice l'arrivo del nomade, ne certifica partenza.
Nodo e chiodo dell'uomo è la poesia. Poesia è subire la forza dell'essere combattendo.
È un'arma la parola, un'arma il tono, il ritmo. Forma e sostanza preziosa.
Deve essere forte anche quando leggera quando si fa sinuosa.
Un rapimento, un'estasi che brucia e fa silenzio intorno.
Far fiorire il deserto, fuori, dove acqua evapora.
Farlo fiorire dentro dove l'eccesso satura.
Non tanto liberare fantasia, quanto lo sforzo di penetrare realtà rivelandola, è poesia.
Tra l'immaginario e il reale c'è il senso del limite, la finitezza d'esser uomini e donne.
L'immaginario comporta espansione illusoria, un appiattimento sulla dimensione orizzontale, ben più affascinante il reale si svela se s'accetta il limite. 
Tensione tra stato di necessità e trascendenza.

Giovanni Lindo Ferretti, da Reduce