mercoledì 30 ottobre 2019

Tullio Pericoli

da T. Pericoli, Robinson Crusoe di Daniel Defoe











Ma quel non poter capire era poi così mortificante? Non del tutto. Anzi, schiudeva qualche porta: le porte del non spiegato, del non analizzato, del non teorizzato, del non moraleggiato. Ai miei occhi, che avevano soprattutto bisogno di vedere, appariva come una massa spigolosa e attraente, un diamante grezzo che prometteva splendori senza ancora mostrarli. Quella promessa era uno stimolo, e l'avviso dell'inizio di un piacere: quello di pensare, di immaginare, di avere la mente in movimento, aperta a nuovi, possibili usi.

da Incroci

venerdì 25 ottobre 2019

Saul Steinberg

S. Steinberg tiene per mano se stesso
all'età di dieci anni




















Questi riflessi mi incantano per la stranezza della loro esistenza (la stranezza è una qualità dei miracoli). Siniavsky dice che i versi, le rime sono strumenti molto appropriati per dire delle stranezze, a causa della loro stessa stranezza. Così si possono dire cose di cui uno si vergognerebbe se le dicesse in modo normale. La poesia, se non è rivestita della stranezza dei versi, appare presuntuosa. Come certe danze, che si devono fare in maschera o in costume. Anche io ho sempre pensato che per esprimere certe cose le dovevo trasformare in scherzi, in giochi di parole, o in stranezze comunque: il cosiddetto humor. Vestire la realtà per renderla "perdonata".

da Riflessi e ombre