domenica 31 agosto 2008


Carissimo, la tentazione più grande che il demonio mette nel tuo cuore è di farti credere di essere più utile in qualunque altra parte del mondo fuorchè dove ti trovi o che sarebbe più importante fare qualsiasi altra cosa fuorchè quello che stai facendo.

Francesco di Sales

venerdì 15 agosto 2008


Questo è il paradosso dell'amore fra un uomo e una donna:
due infiniti si incontrano con due limiti;
due bisogni infiniti di essere amati
si incontrano con sue fragili e limitate capacità di amare.
E solo nell'orizzonte di un amore più grande
non si consumano nella pretesa e non si rassegnano,
ma camminano insieme verso una pienezza della quale
l'altro è segno.

Anonimo

martedì 12 agosto 2008


La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani. Non che io creda che dall'esame di tale sentimento nascano quelle conseguenze che molti filosofi hanno stimato di raccorne, ma non dimeno il non potere essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così dalla terra intera; considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole maravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto l'universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità, e patire mancamento e voto, è però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana. Perciò la noia è poco nota agli uomini di nessun momento, e pochissimo o nulla agli altri animali.

Giacomo Leopardi, Pensieri LXVIII

domenica 3 agosto 2008


Ogni istante nei nostri incontri
lo festeggiavamo come un'epifania
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e lieve di un'ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l'umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio.

Quando giunse la notte mi fu fatta
la grazia, le porte dell'iconostasi
furono aperte, e nell'oscurità in cui luceva
e lenta si chinava la nudità
nel destarmi: "Tu sia benedetta",
dissi, conscio di quanto irriverente fosse
la mia benedizione: tu dormivi,
e il lillà si tendeva dal tavolo
a sfiorarti con l'azzurro della galassia le palpebre,
e sfiorate dall'azzurro le palpebre
stavano quiete , e la mano era calda.

Nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumigavano i monti, rilucevano i mari,
mentre assopita sul trono
tenevi in mano la sfera di cristallo,
e - Dio mio! - tu eri mia.

Ti destasti e cangiasti
il vocabolario quotidiano degli umani,
e i discorsi s'empirono veramente
di senso, e la parola tu svelò
il proprio nuovo significato: zar.

Alla luce tutto si trasfigurò, perfino
gli oggetti più semplici - il catino, la brocca - quando
come a guardia, stava tra noi
l'acqua ghiacciata, a strati.
Fummo condotti chissà dove.
Si aprivano al nostro sguardo, come miraggi,
città sorte per incantesimo,
la mente si stendeva da sè sotto i piedi,
e gli uccelli c'erano compagni di strada,
e i pesci risalivano il fiume,
e il cielo si schiudeva al nostro sguardo...

Quando il destino ci seguiva passo a passo,
come un pazzo col rasoio in mano.

Arsenij Tarkovskij, I primi incontri

sabato 2 agosto 2008


Meted hoy en los ojos el aliento
del mundo, el resplandor del dia!

Riempitevi oggi gli occhi del respiro
del mondo, dello splendore del giorno.

Claudio Rodriguez, da Con media azumbre de vino