mercoledì 6 febbraio 2019

Franco Branciaroli

J. Kounellis, Senza titolo (svelamento)












"Non si muore più, siamo eterni..." Sì, stronzi ma solo in avanti perché a guardarci indietro siamo usciti tutti da una figa. E allora ecco la vecchia domanda (mi piacciono le vecchie domande) ... Perché ci siamo? Sapete che vi dico stronzi, vecchie merde? Vi dico che non lo saprete in eterno! Ma una volta, qui, su questa terra che sta andando a culo, e parlo di miliardi di anni fa, è venuto uno che diceva di essere eterno come noi ma diceva anche che era sempre esistito, che aveva fatto finta di uscire da una figa per diventare uomo, questo, che si è fatto inchiodare insieme a due figli di puttana, uno a destra e uno a sinistra. Si è fatto inchiodare da quegli stronzi di morituri che non gli credevano quando lui diceva che non sarebbero mai più morti (pensa che stronzi!). Questo, l'uomo-dio, ha detto che chi muore credendo in lui, resuscita, vivrà in eterno, e questo, va bene coglioni, potrà anche farci ridere, ma ha anche detto che resuscitati sapremo tutto, sapremo perché ci siamo stati. E questo succederà alla fine del mondo e siccome a quei tempi il mondo era la terra... ho deciso di approfittare a quel poco che manca al suo smerdamento per uscire dalla nostra eternità stroiata ed entrare in quella dell'inchiodato anche perché si potrà cagare.

da Dipartita finale 

domenica 3 febbraio 2019

César Brie














Gli spettatori chiedevano del pane ma ricevono del grano.

da Il mare in tasca

sabato 2 febbraio 2019

Roberto Calasso














Sussiste tuttora una tribù dispersa di persone alla ricerca di qualcosa che sia letteratura, senza qualificativi, che sia pensiero, che sia indagine (anche questi senza qualificativi), che sia oro e non tolla, che non abbia l'inconsistenza tipica di questi anni. Faire plaisir era la risposta che Debussy dava a chi gli chiedeva qual era il fine della sua musica. Anche l'editore potrebbe proporsi di faire plaisir a quella tribù dispersa, predisponendo un luogo e una forma che sappia accoglierla.

da L'impronta dell'editore