martedì 25 marzo 2008

III.

La notte in Palestina, la mattina
che inizia a mezzanotte, la bambina
più bella della luna, il brulicare
della nuova coscienza che traspare

come s'aprisse il cuore in mezzo al mare.
Come se nel silenzio della stanza,
come se nell'indomita costanza
di quest'attesa in forma di preghiera,

come se quello che non c'era ieri
a perdifiato illumini ed avveri
i secoli: Questo senti, Maria?
L'eternità ha trovato in te la via.

Nella tua stanza è tutto predisposto,
ogni contrario vira nel suo opposto,
ogni colore tende all'infinito
e vibra come ad un invito, sente

che tutto si dispiega onnipresente,
e l'universo che entra dalle tende,
il cuore che sobbalza, le parole,
come se fosse entrato adesso il sole

a cucchiaiate dense nella mente,
nella tua carne eppure trascendente,
tu che ripeti forte "Io sono niente
innanzi a te" finchè non è evidente

che ti è di fronte e dentro ed è presente,
e brucia come il fuoco, e come il miele
è dolce, è dolce immensità radente
il paradiso arcangelo Gabriele.

Aldo Nove, Maria III

2 commenti:

Andrea Cristiano ha detto...

Che immagini favolose. Davvero fa lo stesso effetto di una presenza eccezionale, divina!

Anonimo ha detto...

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