Lugano |
Strada di Zenna
Ci desteremo sul lago a un’infinita
navigazione. Ma ora
nell’estate impaziente
s’allontana la morte.
E pure con labile passo
c’incamminiamo su cinerei prati
per strade che rasentano l’Eliso.
Si muta
l’innumerevole riso;
è un broncio teso tra l’acqua
e le rive nel lagno
del vento tra stuoie tintinnanti.
Questa misura ha il silenzio
stupito a una nube di fumo
rimasta qua dall’impeto
che poco fa spezzava la frontiera.
Vedi sulla spiaggia abbandonata
turbinare la rena,
ci travolge la cenere dei giorni.
E attorno è l’esteso strazio
delle sirene salutanti nei porti
per chi resta nei sogni
di pallidi volti feroci,
nel rombo dell’acquazzone
che flagella le case.
Ma torneremo taciti a ogni approdo.
Non saremo che un suono
di volubili ore noi due
o forse brevi tonfi di remi
di malinconiche barche.
Voi morti non ci date mai quiete
e forse è vostro
il gemito che va tra le foglie
nell’ora che s’annuvola il Signore.
Vittorio Sereni
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