[...] prese un mozzicone di matita e scrisse sotto l'iscrizione, in inglese: «Padri e maestri, io mi chiedo "che cos'è l'inferno?" Io affermo che è il tormento di non essere capaci d'amore». Cominciò a scriverci sotto il nome di Dostoevskij, ma si accorse - con un tremito di paura che gli corse per tutto il corpo - che quanto aveva scritto era quasi del tutto illeggibile. Richiuse il libro.
da Per Esmé: con amore e squallore